UNA RINFRESCATINA PER LA CAPTUR

TAGLIAMO LA TESTA AL TORO: NIENTE ELETTRICA E NIENTE DIESEL

Si tratta dei punti opposti della scala evolutiva delle motorizzazioni, secondo molti: il diesel e l’elettrico. Ebbene, in casa Renault hanno scelto una soluzione, diciamo, salomonica, ma effettivamente realistica e molto aderente alle vere necessità dell’utente finale. Una gamma motori vera, efficiente e funzionale, per l’odierna rete infrastrutturale. Parliamo della nuova Renault Captur volgiamo iniziare proprio da qui, dalla gamma motori. Nulla di nuovo sotto al sole, ma non è certo una critica, anzi, un pregio, visto che abbiamo a che fare con unità solide, affidabili e stracollaudate. La base di partenza è affidata al Tce benzina, 3 cilindri, da 90 Cv, con cambio manuale a 6 rapporti, disponibile anche in versione bifuel Gpl, in questo con 10 Cv in più; poi si passa al mild-hybrid 1.3 benzina, 4 cilindri, da 160 Cv, disponibile solo con cambio automatico; il top di gamma è affidato al full-hybrid e-tech, da 145 Cv e cambio automatico. Vogliamo soffermarci un attimo su quest’ultima motorizzazione e ricordarne le caratteristiche: un 4 cilindri benzina da 1.6 litri è accoppiato a due motori elettrici, per un totale di 145 Cv; uno degli elettrici agisce coadiuvando il termico e dando coppia alle ruote per la trazione, l’altro aziona il cambio e supporta il termico; il cambio, poi, difficile trovare di meglio, è una via di mezzo tra un meccanico ed un CVT, gira su ingranaggi ed ha 6 rapporti (2 in elettrico e 4 meccanici). Qualche ritocco estetico, alla moda di Gilles Vidal, il direttore design del marchio Renault: nuovo frontale, caratterizzato da un cofano rialzato, una calandra sfaccettata, che incorpora il nuovo logo ed una nuova firma luminosa, affidata a proiettori Full led, poca roba sul posteriore e possibilità di 14 combinazioni di tinte bitono. Internamente, il driver display può raggiungere i 10,25 pollici, sulle versioni top e può riportare anche i dati del navigatore, poi c’è il grosso touch screen centrale, stile tablet, da 10,4 pollici, supportato dal sistema multimediale OpenR Link con Google integrato (si legge: secondo allestimenti), che offre oltre 50 App. L’interfaccia è compatibile, in modalità wireless, con Android ed Apple. Ovviamente, il tutto è aggiornabile on-line. Qualche aggiustatina anche all’assetto ed ora è disponibile, optional davvero interessante ed utile, il sistema di gestione della coppia sull’anteriore, che offre due modalità: neve e fuoristrada. Tanta elettronica per Adas ed assistenza alla guida, con molti sistemi Optional, come: il sistema di guida ibrida predittiva, che sfrutta al massimo l’utilizzo dell’elettrico, in funzione dei dati topografici (calcola 7 km). C’è anche un “Predictive Eco Driving Advice”, una sorta di coach, che ti bacchetta se guidi male e ti assegna un punteggio, per guida ecologica e sicura. Per il resto, l’auto è praticamente invariata: 4.239 mm di lunghezza, con un bagagliaio, che con la panchetta di sedili posteriori arretrata, ma ancora su, offre ben 616 litri di capacità ed abbattendo tutto si arriva a 1.596 litri (un po’ meno per la full hybrid). Tre gli allestimenti: la Evolution ha già i cerchi da 17” e si distingue per la protezione sottoscocca ed i profili dei cristalli in nero lucido; la Techno monta cerchi da 18”, mantiene le protezioni ed i profili diventano opachi; la Esprit Alpine monta cerchi da 19 ed ha una lama aerodinamica, con paraurti anteriori e posteriori, in grigio opaco. La commercializzazione, in Europa, è prevista per il mese di aprile.

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